Dallo Stelvio allo Stelvio passando per il mondo...
Si chiama Andrea Livio e ama perdersi a migliaia di chilometri dalla sua Valtellina. Ma, prima o poi, a casa ci torna. Ci racconta il suo giro del pianeta con una motocicletta scelta non proprio a caso. Indovinate quale?
Grazie all'autore Nicola Andreetto che ci ha permesso di pubblicare qui la sua intervista.
Foto di: Andrea Livio
Link originale: http://www.real-bikes.com/2012/01/perdersi-con-serieta-andrea-livio/
Un anno fa Andrea ha caricato la sua Moto Guzzi Stelvio, è salito sull’omonimo passo e si è detto qui ritornerò dopo aver fatto il giro del mondo. Lo ha fatto un giorno di neve, così è stato sicuro di non trovare maligni o i soliti “amici” che se la ridono dandoti del pazzo. Dunque, il buon Andrea è partito, ma non ha programmato tappe fisse e non si è portato neppure un gps; segue una bussola, dice, le indicazioni dei passanti, del suo umore o di una moneta. Dopo dieci mesi da quella partenza è ritornato in Italia perché la sua non è una corsa tutta d’un fiato, ma un bel respiro. Ha fatto la prima parte, ovvero ha risalito tutto il Sudamerica, si è fermato a Bogotà e poi è ripartito per raggiungere Los Angeles. Qui si è fermato, ma si tratta di una sosta temporanea, necessaria per tornare in Italia qualche mese e non perdere tutti i contatti di lavoro.
Ne approfitto allora per incontrarlo e farci quattro chiacchiere.
Classica domanda del tubo per rompere il ghiaccio: sei più viaggiatore o motociclista?
“per motociclista intendi uno che tutti i sabati lava la moto e che conosce tutto su tutti gli ultimi modelli?”
Cominciamo male, non sono mica tutti così.
“non so… non sono sicuro di sapere cosa significa viaggiatore e forse nemmeno bene motociclista. Deduco che probabilmente non sono nessuno dei due”
Allora, chi sei e cosa fai? Sù presentati.
“valtellinese, poco più che trentenne, faccio il regista e accudisco cani”
Come sarebbe che accudisci cani?
“sì, assieme ad un amico ho una pensione per cani, si chiama Dogville… Lui aveva questo allevamento di cavalli dismesso, lo abbiamo restaurato ed ora è un luogo di villeggiatura per cani. Ci vengono per le vacanze o anche per i week-end…”
Come un resort a cinque stelle?
“no non un cinque stelle… Anzi direi che è meglio perché qui ormai si sono strette amicizie, ci sono cani che sono abituali, è proprio come un circolo… un hotel di lusso non mette al centro le relazioni sociali e le relazioni sociali sono fondamentali”
Lo sono?
“sì certo”
Ma tu viaggi spesso da solo…
“ehm sì viaggio da solo, però per alcuni tratti mi raggiunge Ingrid, la mia ragazza e viaggia con me. E comunque non è che viaggio da solo per partito preso”
E che prendi e parti, come hai fatto nel 2003?
“sì nel 2003 è stato diverso, assomigliava più a una fuga, anche se in realtà non lo era. Sono partito di fretta e furia, il venerdì ho preso il biglietto, il sabato ho fatto lo zaino e domenica sono partito. Non ho nemmeno avvisato mia madre”
E sei andato in Colombia…
“sì, i primi sette, otto mesi sono stati di viaggio, poi mi sono stabilito a Bogotà e ci sono rimasto per due anni e mezzo. Lì ho conosciuto Ingrid, poi sono tornato in Italia nel 2006”
E come ti mantenevi?
“alla fine facevo più o meno le stesse cose che faccio qui: foto – oddio certi ritratti familiari terribili molto trash – e qualche video”
Quindi fai film maker. Ma mentre accudisci i cani?
“in genere non contemporaneamente, cioè succede magari che prima accudisco i cani, poi mi lavo le mani, mi vesto da persona seria e vado in mezzo a della gente molto più seria di me spacciandomi anch’io per una persona estremamente seria”
Ah, perché invece non sei una persona seria?
“no aspetta, se tu per seria intendi una persona che fa scelte razionali una dopo l’altra ed ha una vita ordinata e regolare, direi di no, ma se per seria intendi una persona che sa mantenere gli impegni che prende allora direi di sì”
Io direi che non sei serioso, ma serio sì.
“ecco sì, meglio così”
A proposito di serietà, passiamo al motivo di quest’intervista: Stelvio2Stelvio, la tua avventura, consiste in pratica nel mettere più mondo possibile tra un versante e l’altro del Passo dello Stelvio, ho capito bene?
“in pratica sì, l’idea iniziale è nata da una battuta con un amico… ho detto che sarei partito dallo Stelvio con una Stelvio, che avrei fatto il giro del mondo e che avrei terminato il viaggio risalendo sullo Stelvio, ma dall’altra parte. In realtà è più che altro un gioco, quello che veramente mi interessava era tornare in Sudamerica in moto e risalire tutto il continente e poi… poi si vedrà, non faccio molti programmi. Punto a nord e poi punterò ad ovest”
Infatti quello che ti volevo chiedere è… che ci fai qui? Cioè se l’intenzione era fare il giro del mondo perché ora sei qui? Chi ci legge se lo chiederà…
“Perché non ho detto che lo facevo tutto in un colpo. Mi piacerebbe farlo, ma non è possibile, così sono tornato per lavorare qualche mese, mantenere alcuni impegni e vivi i contatti e poi riprendo la moto e il viaggio dove li ho interrotti”
Dov’è ora la tua Stelvio?
“A Los Angeles, l’ho lasciata a Todd, il presidente di un motoclub che ha una gran “guzzaglia” in garage!”
Perché si è rotta?
“no no, non si è rotta, è solo in sosta perché… servono altri soldi per riprendere il cammino”
E si è mai rotta?
“soltanto piccole noie alla frizione e normale usura, ma niente di grave o che abbia richiesto interventi di assistenze ufficiali e quant’altro. Piccole riparazioni diciamo”
è una compagna fedele? Ne sei entusiasta?
“mi ci trovo bene, mi piace, l’ho comprata usata e l’ho chiamata La Mastellona, in questo viaggio ha già fatto più di 30.000 km, molti dei quali fuoristrada”
forse non è proprio la moto più leggera per affrontare l’off-road
“boh io ci vado e poi resiste bene alle cadute”
cadi spesso?
“beh… capita… Pensa che ho visto una valigia nuova uguale a quella che ho montato sulla mia moto, ma misurandone lo spessore ho scoperto che la mia si è ristretta di almeno un paio di centimetri. In effetti le valigie laterali sono molto utili quando cadi perché tengono sollevata la moto. Ci ho legato pure le cinghie da trasporto così quando cado tiro quelle e riesco meglio a raddrizzarla. L’ho imparato perché una volta ho fatto un volo saltando da un sentiero alla strada e cadendo la valigia si è staccata. Ero talmente esausto che non riuscivo nemmeno ad alzarmi, figuriamoci ad alzare la moto. Così ho preso la valigia, mi sono sdraiato al fianco della moto e mi sono addormentato. Dopo un po’ delle persone che passavano di lì mi hanno svegliato preoccupate. Mentre mi stiracchiavo ho detto loro che stavo bene e che se mi davano una mano potevo rialzare la moto e togliermi dalla strada. Da allora metto le cinghie così riesco ad alzarla anche da solo, in genere”
Non so perché, ma scommetto che questa non è la tua caduta più divertente…
“ah no, una volta sono caduto dormendo”
Come dormendo?
“in pratica mi sono fermato per dormire da un benzinaio antipatico vicino a Panama e mi ha mandato sul retro. Dato che per terra c’erano i topi ho deciso di sdraiarmi sulla moto e ho scoperto che è pure comoda: con i piedi sul manubrio e la testa su una valigia e la giacca a fare da cuscino. Dormivo talmente bene che devo aver sognato di essere in un letto perché a un certo punto mi sono girato e sono finito per terra con la moto che mi è caduta addosso. Un gran baccano! Mi è rimasta pure sotto una gamba, ho preso una legnata… mi sono pure abraso”
Roba da rimetterci qualche osso!
“ma a parte la botta, il brutto è stato lo spavento. Stavo sognando beato, non hai idea il trauma, devo aver pure gridato terrorizzato”
E ad ogni botta la borsa laterale si fa più piccola.
“sì esatto, ora ci sta meno roba, ma è meglio, così prendo solo quello che mi serve”
Giusto, allora cosa c’è dentro le tue valigie?
“direi che prendono più spazio il computer, la macchina fotografica e i caricatori che i vestiti. Quelli li divido: nel sacchetto nero la roba sporca, in quello trasparente la roba pulita. Poi quando arrivo e lavo li metto ad asciugare sul portapacchi così mentre vado loro si asciugano. Quando la parte sopra è asciutta mi fermo e li giro così si asciugano da tutti e due i lati” Niente spreco di tempo né di risorse.
Senti piuttosto, alcune cose che hai scritto sul tuo blog mi sembra meritino un approfondimento. Ad esempio leggo: “Per ora ho sbagliato strada un migliaio di volte, ho molti amici, sono ancora vivo. Come diceva un motociclista più esperto e maturo di me: “Non viaggio per essere visto, viaggio per scomparire”. Mi piace non sapere dove sono. Non comunicare con nessuno per giorni fa dimenticare ciò che uno crede d’essere e aiuta ad incontrarsi. Mi piace il silenzio”. Le mie domande in realtà sono due: non è rischioso perdersi e rimanere troppo isolato, cioè non pensi mai che possa succederti qualcosa mentre nessuno sa dove ti trovi? E infine perché è necessario secondo te non comunicare con nessuno?
“dunque… credo sia normale farsi domande simili, ed è anche vero che non ho una risposta al “e se ti succede qualcosa”, però è anche vero che non ho una risposta a tante domande. Se si cercano troppe risposte o cose sempre organizzate si finisce in un circolo senza fine, perché tanto ci sarà sempre qualcosa che non avevi previsto. Sul comunicare con nessuno è un punto importante: nel momento stesso in cui tu posti su Facebook che sei nel tal luogo o mandi un sms a un amico, tu non sei più in quel luogo, ma sei in quello che eri, torni alla tua vita normale, torni da chi legge quel messaggio. Questo non solo ti fa perdere la dimensione in cui ti trovi e così il bello del viaggio, ma può essere pericoloso perché non riesci nemmeno ad entrare in reale contatto con l’ambiente in cui ti trovi e le persone in cui ti imbatti e magari non ti rendi neppure conto di cosa stai facendo. Comunque hai un distaccamento dalla realtà. A me piace conoscere le persone è anche per questo che non solo non ho il gps, ma non guardo neppure più le cartine. Chiedere informazioni è molto più divertente, fai un sacco di amicizie”
Quindi ti isoli dalla tua vita antecedente al viaggio, ma così non è una fuga?
“non dico che non devi mantenere più alcun contatto. Non è nemmeno giusto per chi ti aspetta, però devi saper scegliere il momento giusto per farlo”
Oltre all’isolamento, cos’è fondamentale per viaggiare?
“La benzina e… che la moto funzioni, ma soprattutto la benzina”
Costa molto rimanere in viaggio per tanti mesi?
“In realtà molto meno di quello che si pensa. Un po’ perché sei in Paesi in cui la vita è meno cara, un po’ perché non è che sono in villeggiatura, e in più rimanendo via a lungo l’approccio è completamente diverso. Cerchi di fare economia, a me piace lavorare magari per ripagarmi ad esempio il trasporto su un’imbarcazione o cose di questo tipo quindi i costi sono molto più spalmati mettiamola così. E poi se non si cercano lussi… In realtà se ci pensi ciò che ti costa veramente sono i costi fissi che hai qui. Ad esempio l’auto, mentre sei via continui a pagare assicurazione, bollo, perde valore, io risparmio anche su quello perché l’auto non ce l’ho”
Qual è il giorno in cui hai speso di meno?
“ah beh il periodo in cui sono stato sulla barca in diciotto giorni sono andato in attivo di quindici dollari e più due tele, ma mica due tele del cavolo, lavorate dagli indigeni, roba bella”
Come hai fatto?
“mi hanno pagato perché davo una mano e poi scambiavo cose con gli altri ”
Ok, allora ti lascio con l’ultima domanda. Quando riparti?
“ancora non lo so, se potessi sarei già ripartito ma sarei stato sciocco a non fare i lavori che mi hanno proposto in questo periodo. Appena posso però vado”
E dove punti?
“a nord, voglio arrivare in Alaska con la neve. Scio da quando sono bambino e voglio vedere come si scia con la Stelvio”
è uno scherzo vero?
“no no, assolutamente no. Pensavo di metterle gli sci, dovrebbe diventare una specie di motoslitta”
Beh quando lo fai avvisa. Intanto stai certo che ti terremo d’occhio sul tuo blog, www.stelvio2stelvio.it